Secondo la direttiva europea 2000/53/CE sui veicoli fuori uso e il decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209 che la recepisce, almeno il 95% del peso medio dei veicoli deve essere riciclato e reimpiegato. Inoltre, la demolizione dei veicoli fuori uso dà origine ad una considerevole varietà di rifiuti, anche pericolosi, che vanno gestiti nel modo giusto.
I pezzi di ricambio usati favoriscono l’economia circolare delle automotive e contribuiscono alla sostenibilità ambientale, oltre a pesare meno sulle tasche degli automobilisti. Vediamo meglio qual è il processo seguito per suddividere per tipologia e caratteristiche i pezzi che verranno riutilizzati.
Operazione di recupero
Nonostante negli ultimi anni sia stata incoraggiata la sostituzione del veicolo piuttosto che la riparazione, il mercato dei pezzi di ricambio procede a vale spiegate. Alcuni impianti di rottamazione hanno iniziato ad utilizzare strumenti e tecniche molto avanzate e complesse proprio a vantaggio del riciclo dei componenti. Ciò favorisce, di conseguenza, una classificazione migliore, più dettagliata e più sicura per chi sarà il prossimo proprietario dei pezzi di ricambio.
Una volta privati di tutti gli elementi riciclabili, si dà l’addio definitivo ai veicoli, che vengono ridotti in cubi di lamiera. Tuttavia, l’operazione non termina qui: la parte più complicata è proprio quella di selezione e classificazione dei ricambi. I materiali riciclabili sono prevalentemente rottami metallici, che vengono a loro volta separati in rottami pesanti (telai, organi di trasmissione e parti meccaniche che hanno un valore economico più elevato) e rottami leggeri (varie componenti della carrozzeria).
La separazione del blocco motore/cambio, in quanto costituito anche da metalli non ferrosi, quindi di maggior pregio, va effettuata con particolare attenzione. Tutti i metalli non ferrosi, presenti in alcune componenti come radiatori, marmitte catalitiche, cerchi in lega, ecc, vengono indirizzati a specifiche destinazioni per il riciclaggio. Ogni componente viene poi sottoposta ad un’attenta verifica di idoneità.
Economia circolare
Grazie agli attenti controlli che vengono effettuati, i pezzi di ricambio usati sono considerabili sicuri al pari dei pezzi di ricambio originali. Inoltre, in considerazione di ciò che veniva detto precedentemente, ovvero che ormai si preferisce la sostituzione del veicolo alla riparazione, sempre più auto arrivano in condizioni ancora ottime dagli sfasciacarrozze.
Certamente questo non aiuta l’economia circolare e l’ambiente, ma non tutti i mali vengono per nuocere. In questo modo, infatti, i pezzi di ricambio riciclabili sono praticamente infiniti, dunque chi vorrà risparmiare e inquinare meno, avrà quasi sicuramente una soluzione dal rapporto qualità-prezzo molto vantaggiosa. Quindi, perché sostituire interamente il proprio veicolo se non ce n’è bisogno? In questo caso può venirci incontro il mercato dei ricambi, specialmente quello dell’usato.
Sulla stima dei dati disponibili, nel 2015 la percentuale di reimpiego e riciclaggio dei veicoli fuori uso ha raggiunto l’84,6% del peso medio del veicolo, soddisfacendo così l’obiettivo fissato all’85% per il 2015. Tuttavia, l’obiettivo del 95% previsto per il recupero totale è ancora lontano: i dati, infatti, attestano una percentuale pari all’84,7%. Nel rispetto della legislazione vigente, il commercio dei ricambi usati va incentivato proprio nell’ottica dell’economia circolare.
I ricambi usati di CasoriaCar seguono esattamente il processo di cui abbiamo parlato in questo articolo. Per ogni altra informazione vi invitiamo ad approfondire tramite gli altri articoli del nostro blog e sul nostro sito.