Nel rispetto della normativa vigente, Casoria Car si assicura di controllare attentamente tutti i pezzi di ricambio usati venduti sul proprio e-commerce. Oltre a garantire al consumatore costi nettamente inferiori al netto delle stesse prestazioni dei ricambi nuovi, il riciclo degli usati contribuisce in maniera sostanziale alla sostenibilità ambientale. Vediamo come.
Normativa veicoli fuori uso
La Direttiva europea 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, all’art. 7 (Reimpiego e recupero) prevede che gli Stati membri adottino i provvedimenti necessari per incoraggiare il reimpiego e il recupero dei componenti idonei, nonché il loro riciclaggio, nel rispetto dell’ambiente, fatta eccezione per le norme sulla sicurezza dei veicoli e gli obblighi ambientali come il controllo delle emissioni atmosferiche e del rumore.
La direttiva è stata recepita in Italia col D.Lgs. 209/03, secondo cui il trattamento dei veicoli fuori uso spetta ad impianti autorizzati, affinché non venga alimentato un mercato sommerso ed illegale e, di conseguenza, non si verifichino danni ambientali ed economici. Inoltre, in questo modo l’acquirente sarà protetto dal rischio di ricevere ricambi difettosi o non sicuri.
Impatto ambientale
I pezzi di ricambio usati non offrono solo vantaggi economici, ma anche ambientali: la loro revisione richiede circa il 33% di energia in meno rispetto alla produzione di un nuovo pezzo. Per i più scettici, basti pensare che i pezzi di ricambio usati vengono utilizzati con successo fin dal secondo dopoguerra; ad oggi, i clienti sono sempre più soddisfatti, contribuendo così alla crescita del mercato e, di conseguenza, ad un minore impatto ambientale.
Quando si rottama un veicolo, è possibile ricavare e riciclare ben il 95% dei materiali. Questo dato da solo basterebbe per farci comprendere quanto possa essere notevole la riduzione di rifiuti e sprechi vari. Tuttavia, i vantaggi non si fermano qui:
- smaltimento consapevole e sicuro dei rifiuti, specialmente quelli ritenuti pericolosi come liquidi e altre sostanze nocive;
- riciclaggio e recupero dei pezzi usati, riducendo così il costo e l’impatto di produzione di pezzi nuovi;
- prolungamento del ciclo di vita dei veicoli, contrariamente a quanto sostenuto dalle politiche commerciali che suggeriscono la sostituzione anziché la riparazione;
- promozione dell’economia circolare, ovvero un modello di produzione e consumo basato sulla condivisione, la riparazione, il reimpiego, il ricondizionamento e il riciclo dei materiali e i prodotti già esistenti per farli durare più a lungo possibile. In pratica, si tratta a tutti gli effetti di un’economia a zero rifiuti.